domenica 18 dicembre 2016

Concerto di Rubano, i protagonisti - 3


Il pubblico, Elisabetta Tiso, Liliana Tami







Segue da: I protagonisti, 2

Tra i protagonisti del concerto non possiamo dimenticare il pubblico. La maggior parte di esso ha partecipato convinto e consapevole, qualcuno con qualche perplessità iniziale, tutti alla fine affascinati e trascinati dalla splendida esecuzione. Ma diamo voce ad alcune impressioni raccolte a caldo.

"Mi sono scoperta più volte intenta a guardare il direttore, che sembrava contenere nelle sue mani e nelle sue braccia tutta l'orchestra e tutto il coro.." (G. G.)

"È stato un momento elevatissimo con musiche e voci di eccellente qualità. Un concerto elegante e raffinato, lieve in alcuni passaggi e poderoso in altri. Non poteva che essere ospitato all'interno di un luogo di preghiera, perché quelle note hanno più volte evocato l'Assoluto. Non c'era modo migliore per aprire il tempo di Natale a Rubano." (S. D.)

"Ho assistito con grande interesse al Concerto di apertura del  Natale  di solidarietà. Un Messiah eseguito in maniera quasi esemplare
dall'orchestra e dal coro della Società musicale.
Il pubblico, assai numeroso, ha ascoltato con sentita ammirazione i vari brani proposti; prova ne è la richiesta di tre repliche alla fine del concerto.
Una bella iniziativa  per un Natale Solidale in un tempo dove il Natale in molte parti del mondo non è motivo di gioia.
Sta a noi cogliere sino in fondo i valori  che la musica di Handel continua a proporci." (A. T.)

"Si è aperta nel migliore dei modi la serie di appuntamenti promossi dall'amministrazione Comunale di Rubano in occasione delle festività natalizie.
Esecuzione, impeccabile sotto tutti i punti di vista,  accolta calorosamente dal pubblico, applausi convinti e prolungati che hanno costretto gli esecutori a ben tre bis." (R.B.)

"Confesso che sono venuto trascinato da mia moglie, ma sebbene non sia un intenditore, sono rimasto inchiodato alla sedia, trasportato e affascinato da una musica  che per me è stata una novità assoluta, indimenticabile.." (G. D.)

E potremmo continuare...

E infine rimediamo al poco spazio dato nel programma alle due  eccezionali soliste: Elisabetta Tiso e Liliana Tami.
Elisabetta Tiso, dopo il diploma  in canto presso 
il Conservatorio "Pollini” di Padova, si è poi specializzata nel repertorio barocco. Attualmente collabora con importanti formazioni vocali tra cui La Capella Reial de Catalunya (diretta dal mitico Jordi Savall), il Concerto italiano (R. Alessandrini), la Cappella Ducale di Venezia (L. Picotti). Come solista ha cantato in molti festival in Italia e all’estero: Musica e poesia a San Maurizio, Opera Rossini Festival, Ravenna Festival, Early Music Festival (Londra), Festival di Utrecht, Concertgebouw e altre partecipazioni in Germania, Portogallo, Danimarca, Finlandia. 
Ha registrato concerti di musica antica e contemporanea per la Rai, la Radio tedesca,
francese e svizzera ed ha inciso per la Tactus, Astrée, Decca e Opus 111.
Ma Elisabetta Tiso alla pratica musicale, come concertista, si dedica anche all'insegnamento e a alla ricerca, in particolare alla ricerca vocale vocale sul canto funzionale presso il Lichtenberger Institut für Gesang nur Instrumental Spiel (Germania).

Liliana Tami, nata a Buenos Aires,  inizia in Argentina la sua formazione musicale con lo studio del pianoforte, cui affianca quello dell’oboe e del canto, approfondendo in particolare lo studio dei meccanismi che regolano il flusso aereo in funzione dell’esecuzione musicale. Negli stessi anni frequenta gli stages della Scuola di Wilhem Reich che studia il legame tra psiche e assetto posturale dell’individuo.
Dal 1991, anno in cui si diploma brillantemente in canto presso il Conservatorio «F.E. dall’Abaco» di Verona, inizia un’intensa attività concertistica in Italia, Svizzera, Francia e Sudamerica, collaborando con il Teatro Colòn di Buenos, L'Accademia Bach di Padova, il Centro di Musica Antica di Padova, la Capella Ducale Venetia, la Radio e Televisione della Svizzera Italiana, Le Stagioni Armoniche e altri gruppi sia come solista che come parte di formazioni cameristiche, con una attenzione particolare per il repertorio barocco.
Dal 1996 è assistente di Cristina Mantese ai Corsi di Perfezionamento dell’Istituto Musicale «A. Benvenuti» di Conegliano, dove è stata docente di tecnica vocale applicata al canto moderno. Ha poi collaborato  con i Conservatori di Vicenza,  di Udine  e di Castelfranco Veneto in attività legate alla didattica del canto e alle tecniche posturali. 




mercoledì 14 dicembre 2016

Concerto di Rubano, i protagonisti- 2

Carlos Gubert, Dino Zambello 


Segue da I protagonisti, 1


CARLOS GUBERT, il direttore che ha guidato il coro e l'orchestra, è un perfezionista. E non potrebbe essere altrimenti, per un direttore, che è anche clavicembalista. Nel cembalo infatti non ci sono pedali che ti aiutino, il suono è nitido, le note sono per necessità staccate, tutto si gioca sul tocco, sulle appoggiature, sul ritmo, sugli abbellimenti e soprattutto sulla ..perfezione e sulla ricerca. Principio, quest'ultimo che Gubert applica ovviamente anche alla direzione ed è quanto mai necessario quando si affronta la musica barocca. In questo campo la prassi esecutiva e l'approccio degli strumentisti e dei cantanti deve necessariamente essere appropriato: il vibrato ridotto al minimo, minore enfasi nell'atteggiamento vocale, al quale anche i musicisti devono adattarsi. 
Questi principi, semplici ad enunciarsi, ma difficili da applicare senza sbavature e senza cedere a tentazioni melodiche ed operistiche, Carlos Gubert li persegue da più di trent'anni nel suo  lavoro di solista e di direttore, dove  è stato maestro di generazioni di musicisti padovani e non solo. 
Nel 1971 Gubert si è diplomato in pianoforte a Buenos Aires, avviando in seguito lo studio del violoncello e del clavicembalo e curando la direzione d’orchestra con importanti maestri europei nel suo Paese (John Montes, German Weil, Mario Videla, Mariano Drago e Ljerko Spiller). Ha inoltre partecipato a diversi corsi di musica da camera, di direzione d’orchestra e di pianoforte, lavorando contemporaneamente con l’orchestra Camerata Accademica della quale è stato direttore stabile dal 1974.
Ha suonato in veste di pianista e clavicembalista in diversi Paesi (Uruguay, Cile, Spagna, Francia, Svizzera, ecc). Nel 1982 ha cnseguito la Menzione d’Onore al Concorso Internazionale di Fortepiano di Friburgo.
Ha registrato vari CD per la casa Rivoalto e Dinamic con l’orchestra Barocca padovana dell’Accademia Bach, della quale è stato direttore stabile.

Dino Zambello, maestro del coro, è una
personalità eccelsa della musica padovana. Lunghissimo il suo curricolo: maestro  di generazioni di cantanti, ha infatti preparato e diretto cori importanti, come quello del teatro Verdi, il coro Città di Padova. Ha lavorato con il Caterina Ensemble e adesso, avvicinatosi, con la competenza che gli è propria, al canto barocco, guida il coro della Società Musicale. Qui si trovano a cantare insieme professionisti del canto, direttori di coro e amatori di altissimo livello. E si trovano insieme, tutti entusiasti e a titolo completamente gratuito per perseguire le finalità della Società musicale.
Non è sicuramente un'impresa facile tenere insieme ed amalgamare le diverse professionalità, non si può provare in continuazione, perché ciascuno è assorbito dagli altri suoi impegni professionali. Ma tutte le difficoltà vengono superate dalla genialità didattica del maestro Zambello e dalla sua profondissima preparazione. 

Segue in: I protagonisti, 3

domenica 11 dicembre 2016

Concerto di Rubano, i protagonisti, 1

Coro e orchestra della Società Musicale




Nel programma di sala del concerto del 3 dicembre (vedi quila limitazione dello spazio disponibile non ci ha permesso di focalizzare l'attenzione sul livello indiscutibile dei protagonisti, orchestrali, coristi e solisti, né di approfondire la natura dell'intero Ensemble che si è esibito.
Iniziamo qui dalla Società Musicale, una meritoria associazione, che  mette insieme musicisti che prestano volontariamente e gratuitamente la propria opera per la diffusione e la valorizzazione della musica classica. 
I concerti realizzati sono destinati  a tutti le persone, ma in particolare ai bambini, agli anziani o a chi è in situazioni di svantaggio, nel territorio della Regione Veneto e di altri Paesi. 
I componenti dell’Associazione sono tutti musicisti professionisti, che hanno già suonato nelle più importanti sale in Italia e all'estero, che condividono il piacere di fare musica, contribuendo in forma gratuita alla realizzazione di progetti di beneficenza. L’organizzazione attuale consta di una orchestra da camera formata da circa 15 elementi diretti dal maestro argentino Carlos Gubert che da oltre 30 anni si è stabilito a Padova ove ha già avuto l’opportunità di farsi apprezzare come musicista e direttore d’orchestra.
L’impegno e la costanza dei suoi componenti è finalizzata ad attività benefiche, rinunciando a qualsivoglia vantaggio personale, nel tentativo di arrivare ad un duplice obiettivo: la diffusione della musica classica anche in ambienti frequentati principalmente da persone più svantaggiate che non hanno spesso l’opportunità di partecipare a manifestazioni dal vivo, e la raccolta fondi finalizzati ad attività benefiche mediante progetti volti ad aiutare chi è meno fortunato, in modo particolare ai bambini, mediante donazioni dirette o partecipando ad iniziative promosse da altre Associazioni che condividono le medesime finalità.
L’Associazione si propone altresì per la creazione e il coordinamento di strutture per musicisti che vogliano prestare il loro operato per attività socialmente utili, nel rispetto delle regole statutarie.
Il direttore e principale animatore della Società Musicale è il maestro Carlos Gubert. Segue qui


giovedì 8 dicembre 2016

We love the people

Vota il tuo progetto preferito







Affinché un'associazione culturale e di volontariato si regga e continui ad operare nel tempo sono necessarie diverse condizioni concomitanti. In primo luogo l'entusiasmo dei soci, che comunemente ha alti e bassi e che nel tempo, in assenza di risultati validi o di soddisfazioni intrinseche tende inevitabilmente a scemare. 
Serve poi un obiettivo alto, un ideale o quanto meno delle idee in continuo rinnovamento e capaci di adattarsi al mutare delle situazioni, dei luoghi e dei tempi. 
Ultimo ma non meno importante fattore è quello economico: per qualsiasi iniziativa, dalla corsa dei sacchi alla conferenza di un premio Nobel servono fondi, finanziamenti o, come si dice adesso, sponsor.
La nostra associazione si regge sul contributo dei soci, sui ricavi dalle iniziative di autofinanziamento, sulla vendita  dei libri, sui contributi delle scuole presso le quali portiamo le nostre iniziative. Ogni occasione è buona per ottenere una boccata di ossigeno e continuare ad operare, senza limitarsi alla routine o alla banalità.
Per questo motivo abbiamo aderito con piacere alla proposta del gruppo di ALI' SPA. 
Da sabato 10 dicembre l'Associazione sarà infatti presente presso il supermercato Alì di Rubano per partecipare all'iniziativa We love the people, attraverso la quale ALI SPA mette mensilmente 1000 euro a disposizione della associazioni locali.
Come funziona? a ciascun cliente, alla cassa, viene fornito un gettone arancione, che all'uscita può deporre in uno dei tre contenitori che rappresentano le tre diverse associazioni partecipanti. Alla fine del periodo assegnato i 1000 euro in palio saranno distribuiti proporzionalmente, sulla base del numero dei gettoni accumulati nelle urne, a ciascuna delle tre associazioni. La nostra urna è caratterizzata da questa immagine, quindi non si può sbagliare:









domenica 4 dicembre 2016

Messiah a Rubano, le immagini



Un'esecuzione sobria e precisa, grande successo di pubblico







Chiesa gremita, pubblico entusiasta e mai stanco anche dopo i tre bis, una musica che fa vibrare i cuori e le menti di chiunque vi si accosti, musicisti e coristi felici e consapevoli di aver realizzato un'esecuzione di elevatissima qualità, un ottimo risultato nella raccolta dei fondi per il banco di solidarietà. 
Con la serata di ieri la nostra associazione ha centrato tutti gli obiettivi e si prepara ad iniziare il prossimo anno con una grande spinta propulsiva. 
Non è però più sufficiente la soddisfazione intrinseca di organizzare eventi culturali interessanti; adesso vogliamo anche raggiungere un pubblico sempre più ampio e vario, senza mai rinunciare né alla qualità né alla  inevitabile complessità della nostra offerta.
Siamo consapevoli, infatti, che il valore delle iniziative si misura se esse divengono veramente fruibili e le proposte non rimangono chiuse in una roccaforte elitaria.
 Se chi ha potuto sperimentarle personalmente, vuole collaborare alle nostre iniziative, con la sua presenza, con le sue proposte e con l'aiuto solidale e concreto, le porte sono sicuramente aperte. In un prossimo articolo descriveremo uno dei tanti modi possibili.



















giovedì 1 dicembre 2016

Natale di solidarietà, la grande musica a Rubano. Messiah, 2



Messiah.
“Ero prigioniero e sono stato liberato”







Segue da: Messiah, 1


La passeggiata di Händel dovette essere veramente faticosa, perché nel  1737, dopo uno prolungato stress fisico e mentale, procuratogli dalla composizione di ben quattro opere in soli dodici mesi,  era stato colpito da  un ictus che gli aveva paralizzato il braccio destro.
“Forse riusciamo a salvare l’uomo, ma il musicista è perso per sempre. Penso che il suo cervello sia permanentemente lesionato”. Questa l’amara diagnosi del suo medico. 
Il nostro, in realtà, in qualche modo si riprese, ricominciando a suonare l’organo, ma la sua creatività e  la forza espressiva sembravano averlo abbandonato per sempre. Al suo ritorno a Londra, le sue nuove opere non riscossero alcun successo e fu di nuovo assalito dai creditori. 
“Non c’era un inizio né una fine. Händel era completamente vuoto”, scriveva un suo biografo.
  “Perché Dio ha permesso la mia risurrezione, soltanto per lasciare che gli uomini mi seppelliscano di nuovo?” Fu il suo amaro commento.
Un Händel sull'orlo di una crisi depressiva, quindi, quando gli arrivò il manoscritto del libretto del Messiah. La tentazione di cimentarsi nuovamente nella composizione era grande, ma altrettanto comprensibile l’ansia e il timore di un nuovo insuccesso.   
“Consolate, consolate”, erano le prime parole del manoscritto, che lo impressionarono e suscitarono in lui un profondo interesse che ben presto si trasformò in entusiasmo, in un crescendo di emotività e di ispirazione, leggendo i versi successivi: la proclamazione angelica della nascita del Salvatore e le profezie di Isaia sul Messia, che sarebbe venuto al mondo come gli altri comuni neonati.
“Poiché un fanciullo ci è nato”... ed ecco il collegamento con una melodia ben conosciuta che aveva composto in precedenza. Le note si sommano  nella sua mente più veloci della scrittura;  l’immagine di un amorevole Buon Pastore si concretizza nell’aria intitolata “Egli pascerà il suo gregge”. E poi arriva  l’esultanza sconfinata dell’“Alleluia” seguito dalla testimonianza dolce e suprema di “Io so che il mio Vindice vive”. Alla fine la conclusione maestosa: “Degno è l’Agnello”.
La resurrezione del Cristo così si lega indissolubilmente nei secoli a quella personale dell’autore.





domenica 27 novembre 2016

Natale di solidarietà, la grande musica a Rubano. Messiah, 1



   Messiah.

"Ascoltando un’aria di Bach si è portati a scoprire Dio in se stessi, ascoltandone una di Händel ci si guarda intorno per cercare dove Dio possa essere in questo mondo da Lui creato."















Si apre con il grande concerto del 3 dicembre, l'insieme delle manifestazioni natalizie del comune di Rubano,  che come ogni anno vede impegnati i volontari della solidarietà sociale, quel bene inestimabile che rende unita una comunità, anzi che dà ad un insieme di persone, altrimenti accomunate solo dalla residenza anagrafica, il volto e l'anima della comunità. 



La nostra associazione ha dato alla manifestazione di quest'anno il contributo che le è più proprio, quello di impronta culturale. Così, grazie alla eccezionale opera di formazione e di insegnamento dei maestri Gubert e Zambello, al lavoro gratuito e alla passione dei musicisti del coro e dell'orchestra della Società Musicale, offriamo alla cittadinanza di Rubano questa produzione musicale, segno impareggiabile del Natale che si avvicina. 
Messiah è l'oratorio  händeliano  più conosciuto ed eseguito nel corso dei secoli. Composto in modo febbrile in soli ventiquattro giorni nell'estate del 1741, fu eseguito a Dublino nell'aprile del 1742 in occasione della Pasqua. Da allora conobbe diversi rimaneggiamenti per mano dello stesso Handel, poi di Mozart e di molti esecutori che devono adattarla alle diverse contingenze e ai diversi luoghi.
Messiah è un oratorio particolare, perchè presenta la "storia" in forma narrativa senza l'impianto drammatico tradizionale di quel genere, con personaggi e dialoghi. 
L'oratorio händeliano è invece un susseguirsi di versetti tratti dal Vecchio e dal Nuovo Testamento (Lettere ai Romani, ai Corinzi, agli Ebrei, Apocalisse di Giovanni e, Vangeli di Luca, Giovanni e Matteo).
Il lavoro händeliano è suddiviso in 3 parti di cui la sera del 3 dicembre ascolteremo un'ampia selezione; l'opera completa, infatti, durerebbe più di 3 ore! 
La prima parte tratta della nascita di Cristo e della realizzazione delle antiche profezie che annunciano la venuta del Messia per redimere l’umanità.
La seconda parte medita sul compimento della redenzione dai peccati attraverso la Passione e la Resurrezione di Cristo.
La terza parte, infine, esalta la vittoria finale di Cristo che ha sconfitto la morte. Questa struttura tripartita conferisce a Messiah un carattere in alcuni tratti intimistico e meditativo, in altri solenne e celebrativo. L'oratorio prevede l'impiego di quattro voci soliste  (soprano, alto, tenore e basso) di un'orchestra con oboi, fagotto e trombe accanto ai consueti archi e basso continuo, e di un coro a quattro e cinque parti. 
Ma la storia della genesi di Messiah è molto interessante perchè può illuminare di una  luce nuova un compositore altrimenti conosciuto esclusivamente per il suo lavoro di corte. 

In un pomeriggio d'agosto del 1741, Händel tornato a casa da una camminata lunga e faticosa, e poi vedremo perchè, trovò che un poeta, con il quale aveva già collaborato, Charles Jennens, gli aveva lasciato un manoscritto. Quel libretto citava largamente le Scritture, in particolare le parole di Isaia che predicevano la nascita di Gesù Cristo e ne descrivevano il ministero, la crocifissione e la risurrezione. L’opera doveva essere un oratorio.  Händel lesse con molta apprensione il testo. Nelle prossime pagine vedremo perchè...


SEGUE QUI



martedì 8 novembre 2016

Nel salotto dell'800 italiano





Un breve assaggio per chi non c'era..




La rassegna dei concerti d'ottobre ha avuto quest'anno ospiti illustri e molto quotati in campo nazionale e internazionale. Il 28 ottobre si è esibito un trio d'eccezione, Roberto Rossetto al piano, Mirco Martinello al violino e Omar Francescato alla fisarmonica. Al loro fianco il basso Maurizio Franceschetti. 
Il programma era accattivante e in un certo senso "popolare", ma come spesso accade in alcuni contesti il pubblico si è lasciato scoraggiare dal titolo e dal tipo di musica proposta. Purtroppo i veti incrociati tra gli amanti dei vari generi funzionano rigidamente; poi chi viene senza pregiudizi rimane quasi folgorato. E' il caso del concerto del 28 scorso. Alcuni commenti rilasciati dal pubblico lo confermano:

"Complimenti per il concerto di ieri sera all’Auditorium. Bravissimi i musicisti Maestri Francescato, Martinello e Rossetto così pure grande il basso Maurizio Franceschetti. E’ stato veramente un piacere conoscerli ed ascoltare le loro grandi esecuzioni ed interpretazioni. Grazie per la serata" (AR)

"Esibizione coinvolgente ed emozionante. Grazie" (WS)

"Il concerto dell'altra sera è stato splendido" (AR)

Per chi non è venuto ecco un brevissimo esempio di cosa ha perso, anche se la freddezza di una registrazione non può riprodurre il clima della sala. Quindi la prossima volta venite ad ascoltare; la piccola fatica di uscire da casa sarà quasi sempre ripagata. 



Il basso Maurizio Franceschetti



sabato 29 ottobre 2016

Concerti a Rubano, rassegna fotografica



Dal Dixieland al Jazz raffinato, intimistico e colto di Ermanno M. Signorelli. 
E, come intermezzo, il salotto dell'800 italiano.









Quando si organizzano attività culturali o musicali di un certo livello il successo quantitativo tra gli spettatori è una conquista  sempre aleatoria. Così è successo che le prime due manifestazioni della rassegna dei Concerti d'Ottobre, abbiano avuto un successo enorme nel gradimento del pubblico, che però ha partecipato in misura minore del previsto. Un motivo in più non per desistere, ma per insistere: organizzare eventi culturali e in particolare concerti di musica "colta" non è infatti come organizzare feste della birra, sagre, mercatini o improbabili rievocazioni in costume. L'andamento è sempre altalenante, poiché la cultura e ancor di più la musica non sono una priorità per il grande pubblico. Così accanto a serate con le sale stracolme abbiamo avuto anche serate con poche decine di spettatori. Intanto vale la pena di andare avanti per chi viene e ritorna a casa divertito ed arricchito. Ma vale la pena anche perché... qualcuno deve pur farlo, se non si vuole perdere quel barlume di civiltà e di cultura che ancora ci rimane. Per altro chi è venuto, la maggior parte delle volte, ha potuto testimoniare a chi non ha fatto il piccolo sforzo di uscire da casa l'entità della perdita subita. 
Un ringraziamento particolare, infine, va al pubblico sin qui intervenuto, caloroso, attento e competente. Ritengo un successo, quindi, anche una telefonata di una spettatrice, che ha espresso una garbata critica riguardo all'amplificazione e ai conseguenti problemi sonori del primo concerto. 


Il ciclo dei concerti d'Ottobre si concluderà venerdì 4 novembre, con il jazz raffinato, intimistico e colto del trio Signorelli, Barbieri, Lion. 
Rubano, Auditorium dell'Assunta - Via Palù 2




Mestrino Dixieland Jass Band


Il basso Maurizio Franceschetti, che riempie i cuori e la scena


Il maestro Rossetto, impeccabile accompagnatore e interprete
Marco Martinello, tutt'uno con il suo inseparabile violino
In primo piano Omar Francescato, con la fisarmonica che ha i ruoli di un'intera orchestra


La formazione al completo: Rossetto, Francescato,  Martinello, Franceschetti 







lunedì 17 ottobre 2016

Di qua e di là dell'Oceano


Di qua e di là dell'Oceano.
Dal ragtime, il dixieland e il blues americani dei primi decenni del secolo scorso allo swing italiano del primo dopo guerra






"Quando non sai cos'è, allora è jazz!" venne detto a Max Tooney, nella famosa scena de "La leggenda del pianista sull'oceano". Espressione attuale anche adesso quando sotto il termine di jazz si nascondono esperienze, risonanze, echi, tradizioni, modi di suonare, espressività e progetti tra i più disparati.  
Nel concerto di venerdì 21 ottobre la band di Mestrino  fissa un determinato periodo della storia in continua evoluzione del jazz e propone un insolito confronto tra la musica che si suonava nei primi decenni del secolo scorso in America, come venivano detti allora gli Stati Uniti, e la musica italiana nel periodo tra le due Guerre Mondiali.
In "America" questa nuova, stranissima musica prende le mosse dal grande sconvolgimento sociale causato dalla Guerra di Secessione e dalla liberazione del popolo nero dalla schiavitù. Da questo sconvolgimento nasce il genere musicale detto “New Orleans”, praticato da musicisti neri o creoli. Questa grande città, alla fine dell’800 al centro di una tumultuosa espansione economica, offre ai neri, musicisti d'istinto,  un'ottima occasione per ottenere ingaggi in festeggiamenti, funerali, marce, intrattenimento in bordelli, saloon, sale da ballo e durante gli otto giorni del carnevale, lì conosciuto come Mardi gras
Con il termine “Dixieland”, invece, si suole definire il particolare modo di suonare lo stile New Orleans da parte dei musicisti bianchi.
Entrambi gli approcci discendono direttamente dal variegato mondo musicale della fine dell’800. Qui ai worksongs, tradizionali canti degli schiavi neri, e al Ragtime di matrice dotta, si affianca il nascente Blues, simbolo della riconquistata libertà dei neri che cercano di crearsi una nuova identità. Tutto confluisce nella frenetica attività di New Orleans, vero punto di incontro commerciale e sociale dove bianchi, neri e creoli, americani e immigrati francesi, spagnoli, italiani danno luogo ad una continua atmosfera di festa.
Ma un banale episodio, avvenuto nella New Orleans del 1917, genera la diffusione di questa fantastica, e fantasiosa, musica nel resto degli States. Infatti, all'entrata in guerra degli Stati Uniti, la flotta è alla fonda nel porto di New Orleans; il frequente verificarsi di incidenti, risse e accoltellamenti tra i marinai e gli avventori degli innumerevoli locali, più o meno equivoci nel quartiere a luci rosse detto Storyville, porta alla drastica chiusura dello stesso su ordine del comandante militare della piazza. Si chiudono così i luoghi dove i musicisti potevano esibirsi e non resta loro che risalire lungo il Mississippi verso tutte le metropoli americane. Qui il modo di suonare si affina e nel contempo arrivano le nuove forme di diffusione del suono come i dischi in gommalacca e la radio. Le minuscole orchestrine dei locali di intrattenimento divengono vere orchestre che scatenano la febbre del ballo con quel ritmo sincopato conosciuto come “Swing”.
Poco dopo, la Grande Crisi del ’29 investe anche il mondo dei musicisti, ed è così che alcuni di loro, in precedenza emigrati in America, tornano in Italia portando con sé la verve dell’innovativo modo di fare musica.
E in Italia come si suona in quel periodo?
L’Italia paga lo scotto della giovane età. Il Regno d’Italia, da poco unito sotto un’unica bandiera, è in fase di formazione sia sociale che culturale e pertanto musicale. Il vanto della “nazione italiana”, entità che preesisteva all'unificazione sabauda, era proprio il patrimonio musicale che attraversava la penisola con i grandi nomi della musica. Ma appunto perché grandi non consentivano il sorgere e lo svilupparsi della canzone popolare, relegata alle attività rurali o di intrattenimento popolare. Unica eccezione la canzone napoletana che, già a partire dal 1825, vanta una prima edizione di Passatempi musicali, raccolta di canzoni popolari, e nel 1839 vara il concorso canoro di Piedigrotta, funzionale, ovviamente, alla stampa e alla diffusione delle canzonette. Ricordi, Curci e Carisch, storiche case editrici attive fin dall’800, cominceranno solo agli albori del ‘900 a pubblicare canzoni di musica cosiddetta “leggera”.

Nel primo dopoguerra il contatto con l’America, inizialmente connotato solo dalla emigrazione forzata verso quei paesi, si riveste anche di valenze musicali: la musica che imperversa negli Stati Uniti giunge in Italia e si forma nei musicisti locali quel nuovo modo di suonare sincopato e moderno che viene conosciuto come “swing italiano”, dove eccellenti musicisti come Pippo Barzizza, Enzo Ceragioli, Gorni Kramer e molti altri si cimentano con nuove armonie e improvvisazioni che nulla hanno ad invidiare, per gusto e capacità tecnica, ai più numerosi colleghi d’oltre oceano.

venerdì 7 ottobre 2016

Apertura della stagione 2016-2017



Concerti d'ottobre,
Auditorium dell'Assunta di Rubano






L'Associazione apre la stagione culturale 2016-2017 con la rassegna dei concerti d'ottobre. Come già l'anno scorso, il ciclo di concerti ha una doppia finalità: da una parte quella di offrire alla cittadinanza tre occasioni musicali raffinate e piacevoli e dall'altra di finanziare successive iniziative culturali, conferenze, testimonianze, presentazione di libri.
Siamo già alla seconda edizione, che in apertura, il 21 ottobrevedrà   come ospite una prestigiosa e meritoria formazione musicale, filiazione della ormai secolare Filarmonica di Mestrino.
Il gruppo dixieland, tra i pochi in Italia, si occupa di mantenere vivo un particolare stile esecutivo dei primordi del jazz. Nel concerto in cartellone, che si intitola "di qua e di là dell'oceano", presenterà una raccolta di musiche degli anni '40, rivisitate in stile dixieland e swing.  
La seconda serata, il 28 ottobre,  è dedicata alla musica da salotto dell'800. Demodé, noiosa direte voi? venite e lasciatevi travolgere dalle vibrazioni degli strumenti dal vivo e dalla voce del basso, dalla melodie e dai ritmi incalzanti  di Lehar, Strauss, Puccini, Rossini. L'esecuzione, per altro, è affidata ad assai quotati musicisti professionisti: Omar Francescato, Marco Martinello, Roberto Rossetto, Maurizio Franceschetti.  
Conclude il ciclo, il 4 novembre,  l'ormai consueta serata Jazz, con la chitarra intimistica di Ermanno Signorelli che dialoga con Lele Barbieri e Franco Lion.