domenica 8 febbraio 2015

Sergio Endrigo, 1947


Omaggio a Pola









Come vorrei, essere un albero, che sa dove nasce e dove morirà...


Con il malinconico testo di Sergio Endrigo, che riassume in pochi versi l'amore per la propria terra, la nostalgia e il dolore dell'esodo si è aperta venerdì scorso la serata dedicata alla giornata del Ricordo. Endrigo appartiene alla generazione degli esuli bambini o adolescenti che pur dopo mille difficoltà iniziali hanno conosciuto un'altra vita, senza mai però perdere il legame profondo e indicibile col paese di origine.
Storia molto diversa per chi ha dovuto ricostruire una vita da adulto o da anziano, abbandonando per sempre luoghi, affetti, abitudini.  






Da quella volta non l’ho rivista più
Cosa sarà della mia città
Ho visto il mondo e mi domando se
Sarei lo stesso se fossi ancora là

Non so perché stasera penso a te
Strada fiorita della gioventù
Come vorrei essere un albero che sa
Dove nasce e dove morirà

È troppo tardi per ritornare ormai
Nessuno più mi riconoscerà
La sera è un sogno che non si avvera mai
Essere un altro e invece sono io

Da quella volta non ti ho trovato più
Strada fiorita della gioventù
Come vorrei essere un albero che sa
Dove nasce e dove morirà

Come vorrei essere un albero che sa
Dove nasce e dove morirà



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Bibliografia 


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