Dal Dixieland al Jazz raffinato, intimistico e colto di Ermanno M. Signorelli. E, come intermezzo, il salotto dell'800 italiano.
Quando si organizzano attività culturali o musicali di un certo livello il successo quantitativo tra gli spettatori è una conquista sempre aleatoria. Così è successo che le prime due manifestazioni della rassegna dei Concerti d'Ottobre, abbiano avuto un successo enorme nel gradimento del pubblico, che però ha partecipato in misura minore del previsto. Un motivo in più non per desistere, ma per insistere: organizzare eventi culturali e in particolare concerti di musica "colta" non è infatti come organizzare feste della birra, sagre, mercatini o improbabili rievocazioni in costume. L'andamento è sempre altalenante, poiché la cultura e ancor di più la musica non sono una priorità per il grande pubblico. Così accanto a serate con le sale stracolme abbiamo avuto anche serate con poche decine di spettatori. Intanto vale la pena di andare avanti per chi viene e ritorna a casa divertito ed arricchito. Ma vale la pena anche perché... qualcuno deve pur farlo, se non si vuole perdere quel barlume di civiltà e di cultura che ancora ci rimane. Per altro chi è venuto, la maggior parte delle volte, ha potuto testimoniare a chi non ha fatto il piccolo sforzo di uscire da casa l'entità della perdita subita.
Un ringraziamento particolare, infine, va al pubblico sin qui intervenuto, caloroso, attento e competente. Ritengo un successo, quindi, anche una telefonata di una spettatrice, che ha espresso una garbata critica riguardo all'amplificazione e ai conseguenti problemi sonori del primo concerto.
Il ciclo dei concerti d'Ottobre si concluderà venerdì 4 novembre, con il jazz raffinato, intimistico e colto del trio Signorelli, Barbieri, Lion.
Rubano, Auditorium dell'Assunta - Via Palù 2
Mestrino Dixieland Jass Band
Il basso Maurizio Franceschetti, che riempie i cuori e la scena
Il maestro Rossetto, impeccabile accompagnatore e interprete
Marco Martinello, tutt'uno con il suo inseparabile violino
In primo piano Omar Francescato, con la fisarmonica che ha i ruoli di un'intera orchestra
La formazione al completo: Rossetto, Francescato, Martinello, Franceschetti
Dal ragtime, il dixieland e il
blues americani dei primi decenni del secolo scorso allo swing italiano del
primo dopo guerra
"Quando non sai cos'è, allora è jazz!" venne detto a Max Tooney, nella famosa scena de "La leggenda del pianista sull'oceano". Espressione attuale anche adesso quando sotto il termine di jazz si nascondono esperienze, risonanze, echi, tradizioni, modi di suonare, espressività e progetti tra i più disparati.
Nel concerto di venerdì 21 ottobre la band di Mestrino fissa un determinato periodo della storia in continua evoluzione del jazz e propone un insolito
confronto tra la musica che si suonava nei primi decenni del secolo scorso in America, come venivano detti allora gli Stati Uniti, e la musica italiana nel
periodo tra le due Guerre Mondiali.
In "America" questa nuova, stranissima musica prende le mosse dal grande sconvolgimento sociale causato dalla Guerra di
Secessione e dalla liberazione del popolo nero dalla schiavitù. Da questo sconvolgimento nasce il genere musicale detto “New Orleans”, praticato da musicisti neri
o creoli. Questa grande città, alla fine dell’800 al centro di una tumultuosa espansione economica, offre ai neri, musicisti d'istinto, un'ottima occasione per ottenere ingaggi in festeggiamenti, funerali, marce,
intrattenimento in bordelli, saloon, sale da ballo e durante gli otto giorni
del carnevale, lì conosciuto come Mardi
gras. Con il termine “Dixieland”, invece, si suole definire il particolare modo di suonare lo stileNew Orleans da parte dei musicisti bianchi.
Entrambi gli approcci discendono
direttamente dal variegato mondo musicale della fine dell’800. Qui ai worksongs, tradizionali
canti degli schiavi neri, e al Ragtime di matrice dotta, si affianca il nascente Blues, simbolo della riconquistata libertà dei neri che cercano di
crearsi una nuova identità. Tutto confluisce nella frenetica attività di
New Orleans, vero punto di incontro commerciale e sociale dove bianchi, neri e
creoli, americani e immigrati francesi, spagnoli, italiani danno luogo ad una continua atmosfera di festa.
Ma un banale episodio, avvenuto nella New Orleans del 1917, genera la diffusione di questa fantastica, e fantasiosa, musica nel resto degli States. Infatti, all'entrata in guerra degli Stati Uniti, la flotta è alla fonda nel porto di
New Orleans; il frequente verificarsi di incidenti, risse e accoltellamenti
tra i marinai e gli avventori degli innumerevoli locali, più o meno equivoci
nel quartiere a luci rosse detto Storyville, porta alla drastica chiusura dello
stesso su ordine del comandante militare della piazza. Si chiudono così i
luoghi dove i musicisti potevano esibirsi e non resta loro che risalire lungo
il Mississippi verso tutte le metropoli americane. Qui il modo di suonare si
affina e nel contempo arrivano le nuove forme di diffusione del suono come i dischi in gommalacca e la radio. Le minuscole orchestrine dei locali di intrattenimento divengono vere orchestre
che scatenano la febbre del ballo con quel ritmo sincopato conosciuto come
“Swing”.
Poco dopo, la Grande Crisi
del ’29 investe anche il mondo dei musicisti, ed è così che alcuni di loro, in precedenza emigrati in America, tornano in Italia portando con sé la verve dell’innovativo modo di fare musica.
E in Italia
come si suona in quel periodo?
L’Italia paga lo scotto della giovane età. Il Regno d’Italia, da poco unito
sotto un’unica bandiera, è in fase di formazione sia sociale che culturale e
pertanto musicale. Il vanto della “nazione italiana”, entità che preesisteva
all'unificazione sabauda, era proprio il patrimonio musicale che attraversava
la penisola con i grandi nomi della musica. Ma appunto perché grandi non
consentivano il sorgere e lo svilupparsi della canzone popolare, relegata alle
attività rurali o di intrattenimento popolare. Unica eccezione la canzone
napoletana che, già a partire dal 1825, vanta una prima edizione di Passatempi musicali, raccolta di
canzoni popolari, e nel 1839 vara il concorso canoro di Piedigrotta, funzionale,
ovviamente, alla stampa e alla diffusione delle canzonette. Ricordi, Curci e
Carisch, storiche case editrici attive fin dall’800, cominceranno solo agli
albori del ‘900 a pubblicare canzoni di musica cosiddetta “leggera”.
Nel primo dopoguerra il contatto con l’America, inizialmente connotato
solo dalla emigrazione forzata verso quei paesi, si riveste anche di valenze
musicali: la musica che imperversa negli Stati Uniti giunge in
Italia e si forma nei musicisti locali quel nuovo modo di suonare sincopato e
moderno che viene conosciuto come “swing italiano”, dove eccellenti
musicisti come Pippo Barzizza, Enzo Ceragioli, Gorni Kramer e molti altri si cimentano con nuove armonie e
improvvisazioni che nulla hanno ad invidiare, per gusto e capacità tecnica, ai
più numerosi colleghi d’oltre oceano.
Concerti d'ottobre, Auditorium dell'Assunta di Rubano
L'Associazione apre la stagione culturale 2016-2017 con la rassegna dei concerti d'ottobre. Come già l'anno scorso, il ciclo di concerti ha una doppia finalità: da una parte quella di offrire alla cittadinanza tre occasioni musicali raffinate e piacevoli e dall'altra di finanziare successive iniziative culturali, conferenze, testimonianze, presentazione di libri.
Siamo già alla seconda edizione, che in apertura, il 21 ottobre, vedrà come ospite una prestigiosa e meritoria formazione musicale, filiazione della ormai secolare Filarmonica di Mestrino.
Il gruppo dixieland, tra i pochi in Italia, si occupa di mantenere vivo un particolare stile esecutivo dei primordi del jazz. Nel concerto in cartellone, che si intitola "di qua e di là dell'oceano", presenterà una raccolta di musiche degli anni '40, rivisitate in stile dixieland e swing.
La seconda serata, il 28 ottobre, è dedicata alla musica da salotto dell'800. Demodé, noiosa direte voi? venite e lasciatevi travolgere dalle vibrazioni degli strumenti dal vivo e dalla voce del basso, dalla melodie e dai ritmi incalzanti di Lehar, Strauss, Puccini, Rossini. L'esecuzione, per altro, è affidata ad assai quotati musicisti professionisti: Omar Francescato, Marco Martinello, Roberto Rossetto, Maurizio Franceschetti.
Conclude il ciclo, il 4 novembre, l'ormai consueta serata Jazz, con la chitarra intimistica di Ermanno Signorelli che dialoga con Lele Barbieri e Franco Lion.