Profughi di ieri e di oggi
Pubblichiamo oggi l'intervento di Sergio Basalisco all'incontro di Rubano del 5 febbraio dedicato ai profughi di ogni tempo. Nella sua vibrante narrazione, Basalisco coniuga la ricostruzione storica delle vicende del confine orientale con la microstoria della sua famiglia, fuggita da Pola.
(Sergio Basalisco, febbr. 2016)
(1) Premessa
Ho accettato molto volentieri di portare la mia testimonianza di profugo istriano in un incontro dedicato al tema del profugato. Doloroso fenomeno che ha radici antiche (fu profugo anche Enea quando, con il padre sulle spalle e i figli per mano ,dovette lasciare Troia devastata dai Greci) ed oggi ha inquietanti dimensioni mondiali: secondo i calcoli dell’ ONU i profughi che fuggono da guerre, da catastrofi e da persecuzioni per motivi di razza, di religione, di nazionalità, di opinione politica sono stati 60 milioni nel 2015: circa 50.000 persone ogni giorno hanno dovuto abbandonare la terra in cui erano nati.
E’ bene che non ci si stanchi di riproporre la rievocazione della Shoa degli anni ‘40 (che in Italia fu anticipata dalle leggi razziali del 1938) e dell’esodo giuliano del 2° dopoguerra che coinvolse 350.000 dalmati , fiumani , istriani. Dobbiamo uscire da silenzi opportunisti e da rievocazioni monche e autoconsolatorie.
Il silenzio sui 7.000-10.000 infoibati nelle voragini istriane e sull’ esodo giuliano è durato fino alla legge 92/2004, fortemente voluta dal Presidente Ciampi, che istituì la Giornata del Ricordo. A lungo si ebbe timore di offrire argomenti alla propaganda nazionalista, anti-comunista e anti-slava. Si è dovuto aspettare il 2004 per cominciare a leggere tutte le pagine della storia del nostro confine orientale.