domenica 28 settembre 2014

Beppino Englaro, Rubano 26 settembre







No grazie!








Il tono sempre misurato, ma appassionato, solo a tratti leggermente più elevato quando pronunciava la frase ostinatamente ripetuta ai medici, ai giudici, ai politici durante 17 anni: no, grazie!
No grazie alle cure, le migliori cure mediche possibili, ma senza speranza, oltraggiose del corpo, della dignità e della volontà di Eluana.

Così si è presentato Beppino Englaro al folto pubblico dell'Auditorium dell'Assunta di Rubano.
Confesso che quando l'ho accolto in albergo ero percorso da un vago timore reverenziale; dopotutto Englaro è stato ed è un personaggio pubblico, un uomo dalle qualità e dalla tenacia indiscutibili, capace di tenere testa non solo ai colpi del destino, ma anche a una corporazione tempo fa inattaccabile nelle sue certezze, come quella medica, ad un corpo politico malandato, ma chiassoso e violento non solo verbalmente, ad una magistratura prima sorda e poi in lenta, lentissima evoluzione, ad una parte della chiesa, dimentica della più elementare carità cristiana. Mi sentivo appunto intimidito, ma l'imbarazzo è durato solo 30 secondi; subito dopo, la serenità, la confidenzialità, la pacatezza non artefatta di Beppino hanno messo fine ai miei timori; dopo un'ora eravamo passati al tu e alle confidenze personali.
Le sue qualità le ha mostrate come dicevo, anche durante l'affollatissimo dibattito, anche quando chi gli stava a fianco ha esternato, con molta civiltà ed eleganza qualche lieve dissenso, pur nella comprensione rispettosa delle sue posizioni e delle sue aspirazioni per il futuro. Ma le ha dimostrate soprattutto quando un provocatore di professione ha inveito apostrofando lui e tutti gli altri relatori, come falsi profeti, continuando ad urlare fuori dalla sala sino all'arrivo dei carabinieri.
"Ognuno ha il diritto di pensarla come vuole" è stato il suo commento, nell'affrontare l'ennesimo sciacallo.

Eppure quest'uomo, dall'apparenza mite e fragile, ha cambiato direzione alla storia, all'approccio della medicina e della società al problema del fine vita e del rifiuto dell'accanimento terapeutico.

E' solo grazie a lui, al suo instancabile altalenare tra tribunali, convegni, dibattiti televisivi e interviste, che oggi, finalmente, con una convergenza serena di più parti, sia della medicina che della chiesa, si può serenamente pensare ad un approccio diverso, condiviso con il paziente e con i suoi familiari. 

Mirabilmente il prof. Benciolini, che non ha fatto mistero del proprio approccio di credente, ha chiarito come già adesso, attraverso i comitati etici, di cui egli presiede quello padovano, si possa accedere a scelte condivise e  meditate. I comitati possono fornire un aiuto concreto nell'orientare medici, pazienti e familiari nella comprensione delle possibili evoluzioni cliniche e nelle più difficili scelte personali. 

Certamente resta aperto il problema della decisione per chi non è più in grado di esprimere la propria volontà e le proprie inclinazioni etiche. E a questo proposito si apre il grande, irrisolto capitolo delle volontà anticipate sul fine vita e della pluriennale, ideologica, trasversale inerzia del parlamento.

Il consiglio finale di Beppino è stato quello di scrivere da subito le proprie volontà, in modo semplice e lineare e di fare autenticare il proprio scritto da un notaio. Per inciso, va detto che alcuni sindaci coraggiosi, come quello del comune di Marcon, nel veneziano, hanno instaurato informalmente un apposito registro comunale. Ma su questo torneremo successivamente.

Della serata di venerdì scorso non si può tacere l'appassionato apporto di Elisabetta Palermo, la giurista chiamata a fornire una sintesi giuridica dell'intera vicenda Englaro.  Ha letto sentenze, pronunciamenti, commenti giuridici, scavando quasi nell'anima e nei tormenti di chi le stendeva, evidenziando la progressiva, seppure lenta evoluzione della giurisprudenza in questo campo. Alla giustizia, nella quale ha sempre creduto senza forzature e senza cercare facili scorciatoie come altre famiglie,  Beppino ha rivolto come sempre il suo ringraziamento.
 Il grande assente è adesso il parlamento. 

mercoledì 24 settembre 2014

I libri di Beppino Englaro

Eluana. La libertà e la vita
"Se non posso essere quello che sono adesso, preferisco morire." Eluana Englaro aveva vent'anni quando ha pronunciato queste parole di fronte alla tragedia di un suo caro amico in coma. L'anno successivo, il 18 gennaio 1992, Eluana resta vittima di un gravissimo incidente stradale. La rianimazione la strappa alla morte, ma le restituisce una vita "assolutamente priva di senso e dignità" e dal 1994 è in stato vegetativo permanente: stabile e senza alcuna variazione. Quando si sono resi conto dell'irreversibilità della sua condizione, Beppino Englaro e la moglie si sono battuti perché venisse rispettata la volontà della figlia, sempre con discrezione e senza proclami, prendendo sulle proprie spalle il dolore di molti altri genitori che, come loro, una sorte avversa ha costretto a chiedere quello che mai un padre o una madre chiederebbero. Da quando poi la Corte d'appello di Milano, il 9 luglio 2008, ha autorizzato il padre-tutore a disporre l'interruzione del trattamento di alimentazione artificiale, l'esplosione dei dibattiti e dei ricorsi ha trasformato la vicenda di Eluana in un caso mediatico senza precedenti. Oggi, Beppino Englaro, insieme a Elena Nave, racconta con semplicità e passione la storia di questa lunga battaglia, facendo chiarezza sui miti pseudoscientifici utilizzati per disorientare l'opinione pubblica e spiegando una realtà che potrebbe cadere addosso a chiunque e che non può lasciare indifferente nessuno.


La Vita senza limiti.
La morte di Eluana in uno Stato di diritto 

Nessuna famiglia dovrà patire 
quello che abbiamo subìto. 
Io posso solo continuare a 
battermi per una legge che 
rispetti la persona, che non dia 
ad altri se non a lei stessa il diritto 
di decidere del proprio corpo. 

Il 9 febbraio 2009 Eluana Englaro moriva. Ci sono voluti 6233 giorni perché il padre potesse liberarla e dirle addio; diciassette anni di vita sospesa fra la vita e la morte, durante i quali Beppino Englaro ha lasciato il suo lavoro e si è immerso nelle carte. Ha studiato codici e regolamenti, ha partecipato a convegni e incontrato politici, giuristi e teologi, nel tentativo di capire come dar voce alla figlia e far rispettare la sua volontà percorrendo sempre la strada della legalità. I suoi sono stati anni senza tregua, senza pause, senza possibilità di fuga o di riparo dalla violenza di una vita artificiale imposta a Eluana da uno Stato etico, che può arrivare a privare delle libertà fondamentali i suoi stessi cittadini. In questo libro l'autore rievoca i ricordi e le lettere di sua figlia e ripercorre gli ultimi mesi della vita di lei anche attraverso la propria storia di uomo riservato, costretto dagli eventi a farsi portavoce di un popolo silenzioso che ogni giorno, negli ospedali, si pone domande semplici e aspetta risposte umane, e viene invece abbandonato dalla politica in un limbo di sofferenza. Una battaglia in cui Englaro è tuttora impegnato perché la libertà di cura sia un valore collettivo, perché la legge rispetti l'individuo e non dia a altri se non a lui stesso il diritto di decidere della propria salute.

Fonte: libreriarizzoli.corriere.it

domenica 21 settembre 2014

Beppino Englaro a Rubano





I protagonisti della serata





La vicenda di Eluana Englaro che ha commosso, diviso e comunque coinvolto moltissimi italiani, è nota a tutti; per ricondurla alla memoria un'ottima sintesi si può trovare in questo link a il post.it.


Resta il fatto che a distanza di 5 anni e 7 mesi da quel 9 febbraio 2009, il paese è ancora privo di uno strumento legislativo atto a prevenire o a ridurre l'incidenza di simili tragedie di coscienza e di ulteriori scontri oscurantisti.

La presenza di due illustri personalità, come il prof. Paolo Benciolini e la prof.ssa Elisabetta Palermo Fabris, che da tempo lavorano nelle sedi istituzionali per portare a compimento il difficile lavoro di sintesi legislativa, fornirà elementi di straordinaria attualità al dibattito.

Il prof. Paolo Benciolini, conosciuto docente di medicina legale dell'Università di Padova, è infatti coinvolto nello studio e nell'elaborazione teorica e legislativa sia in campo medico, per ciò che riguarda le decisioni terapeutiche di fine vita, sia in campo giuridico-legale, per ciò che riguarda il cosiddetto testamento biologico. Durante la serata sarà una fonte importante di informazioni aggiornate.

La prof.ssa Elisabetta Palermo, che non vedete nel manifesto perchè colpevolmente contattata in ritardo, è docente di Diritto penale minorile all'Università di Padova, ma anch'essa si occupa di bioetica.
E' autrice di una monografia dal titolo “Diritto alla salute e trattamenti sanitari nel sistema penale: profili problematici del diritto all’autodeterminazione” (Cedam 2000). 
Attualmente sta collaborando alla stesura di un volume, del quale sarà curatrice e coautrice, dal titolo “I diritti in medicina ”, facente parte di un Trattato di Biodiritto, diretto da S. Rodotà e P. Zatti, per la casa editrice Giuffrè. 
La prof.ssa Palermo introdurrà la serata con un breve excursus storico-giuridico sulla vicenda Englaro.

Ma la parte più importante sarà dedicata a Beppino Englaro, un uomo coraggioso, combattivo ma mite  e riservato al tempo stesso. 

Sicuramente molta parte dell'uditorio lo accoglierà con l'ammirazione dovuta a un uomo che ha combattuto per un principio in cui molti credono, e cioè l'autodeterminazione; tutti, sicuramente, lo accoglieranno col rispetto dovuto a un padre che si è trovato coinvolto in una terribile tragedia e ha dovuto assumere pesantissime decisioni.

Per concludere, non si può non ricordare che la serata, pur sorta dalla volontà e dall'impegno dei soci di Storia e Vita, ha trovato nell'amministrazione di Rubano, e in particolare nell'Assessore Dall'Aglio e nel Sindaco, un prezioso aiuto organizzativo e un significativo incoraggiamento culturale. 

domenica 14 settembre 2014

Associazione Storia e Vita, incontro con Peppino Englaro




Liberi dei scegliere?








L'Associazione Storia e Vita apre la stagione sociale 2014-2015 con un'importante iniziativa: l'incontro dal titolo "Liberi di scegliere?" con Peppino Englaro, papà di Eluana, .

Già il titolo, posto in forma interrogativa, lascia intendere l'approccio problematico, laico, nel senso di non precostituito, che si vuole dare alla serata.

Al dibattito parteciperanno anche il dott. Paolo Benciolini, già presidente del comitato bioetico regionale del Veneto, e un magistrato, che introdurrà la serata con un inquadramento storico-giuridico della vicenda Englaro.

I problemi che saranno posti dai relatori e gli altri che presumibilmente emergeranno dal pubblico sicuramente non sono lievi. 
Le questioni della vita e della morte e del sottile confine che le separa, la problematica delle cure compassionevoli, delle cure sostitutive, dell'alimentazione artificiale, della sofferenza, della coscienza, dell'accanimento terapeutico e tante altre ancora vanno affrontate, con diminuita emotività, migliore e più rigoroso spirito scientifico e soprattutto con umanità. 

La qualità morale, scientifica e professionale degli invitati lo assicura. La testimonianza diretta del protagonista della vicenda,  come è nello stile dell'Associazione, dà un valore aggiunto alla serata e assicura un'interessante occasione di riflessione sulla dolorosa questione che, tuttavia,  ha aperto la via all'approfondimento e alla diffusione tra i cittadini e nelle istituzioni delle tematiche della bioetica.

Sicuramente, adesso che a distanza di anni siamo lontani dalle volgari strumentalizzazioni politiche e ideologiche che hanno travolto come schiacciasassi la sensibilità e il dolore dei protagonisti, discutere con maggiore distacco, ponendo in modo equilibrato sul tavolo le ragioni degli uni e degli altri è possibile.