giovedì 18 maggio 2017

Oltre i confini, 2












Una scelta di speranza

A contorno della mostra fotografica "Oltre i confini" l'associazione Storia e Vita ha promosso la proiezione del docufilm "Una scelta di speranza" del regista Alberto Still, girato all'interno di un centro di  accoglienza occupato.

Questa opera preannuncia emozioni forti per le scene uniche che lo caratterizzano, ma offre uno spaccato della realtà della nostra città che non può essere ignorato.
La storia vera, oggetto del libro “Come sono diventato vedente non vedente, vita da orfani” di Florence K. è affrontata e documentata in questo docu-film girato dal regista Padovano con esperienza internazionale Alberto Still.
Al centro del documentario, il percorso di vita di un ragazzo Eritreo che, rifiutando la beneficenza di stato, compie tutti gli sforzi di studio e di lavoro per inserirsi in Italia fino a crearsi una famiglia.
Approdato in Italia dopo essere rimasto orfano, Sahle, eritreo di vent'anni, dati i costi di alloggio scopre l'impossibilità di arrivare a fine mese con i pochi soldi guadagnati. Da qui inizia il racconto Una Scelta di Speranza, che rivela gli sforzi di integrazione necessari a integrarsi di un profugo volenteroso e onesto, che decide di andare a vivere in un centro di accoglienza senza acqua corrente e senza riscaldamento, per riuscire a far quadrare i conti.
Il docu-film è sviluppato in tecnica mista con riprese di reportage, ricostruzioni in docu-fiction e interviste.
Le interviste con opinioni e testimonianze, sono rafforzate dagli episodi testimoniati direttamente dalla macchina da presa, in prima persona. Il regista vive a contatto diretto e racconta la situazione sul campo anche con l'ausilio di telecamere nascoste per trasmettere immagini che catapultano lo spettatore direttamente nel viaggio di una realtà quotidiana forte e disillusa dove la speranza combatte e vince contro la disperazione.
Con testi originali in inglese e italiano, il documentario apre uno squarcio su una realtà scomoda che molta politica sembra avere caparbiamente rimosso. Il fotografo e l'autrice hanno seguito sistematicamente in lungo e in largo il percorso di un volonteroso immigrato determinato a integrarsi in Italia. Ne risulta una mappatura di sforzi, vissuti e luoghi abbandonati all'incuria e affidati agli sforzi volontari e di speranza, dei singoli individui.
Immagini non celebrative che offrono riflessioni e confronti tra le contraddizioni di una casa occupata, infangata in uno stato insalubre e disumano, a pochi metri da alberghi di lusso e da quartieri fieristici.
Riflessioni che vanno a insistere sugli sforzi necessari per integrarsi, al di là della ricerca di immagini di impatto giornalistico e al di là della retorica religiosa, del fondamentalismo islamico della spettacolarizzazione della guerra.
Alberto Still è entrato all'interno del centro d'accoglienza, girando immagini di un microcosmo scioccante al paragone dei proclami politici in Europa e nel mondo.
Le immagini sono esclusive, partendo dal presupposto che il regista è l'unico fotografo e professionista dei media che è riuscito a entrare, con l'approvazione degli ospiti rifugiati, e filmare all'interno della casa occupata.
Le foto testimoniano meticolosamente esterni e interni di questi edifici e le diversità degli stili di vita dei rifugiati, in violenta contraddizione col destino opposto dei colossi economici che li circondano a pochi metri.
Da un lato del marciapiede, grattaceli e immobili di pregio, perfettamente tenuti e funzionati, che ospitano alberghi di lusso, fiere, cliniche di chirurgia estetica e redazioni. Dall'altro lato del marciapiede, un edificio abbandonato e in completa rovina.
Merito di questo documento visivo è anche l'avere fermato nelle immagini, prima dell'oblio, la storia e le vite in un luogo che ha segnato l'esistenza di persone in fuga dalla disperazione.
Un documentario pertanto tragicamente prezioso, che raccoglie le uniche immagini mai girate in un centro di accoglienza occupato (per la precisione, nella città di Padova), prima dello sgombero.
Il film e' stato finanziato dalla Fondazione Studi Bressan, da sempre impegnata nella promozione sociale a Padova, con corsi di formazione per adulti. Molte scene sono state riprese a Padova, da Prato della Valle
alla scuola Petrarca.
Nella colonna sonora del film, tra le arie interpretate, insieme al tema principale FOSSILS, del maestro KYLE PRESTON di Seattle - Washington, anche la canzone d'amore PRETEND AND WALK OUTSIDE, scritta e interpretata da KRACKATOA, compositore Britannico trasferitosi in Nuova Zelanda.
Al termine della proiezione, il regista incontrerà gli alunni della classe terza dell'Istituto Tartini assieme ad alcuni giovani migranti che racconteranno in modo semplice e diretto la propria esperienza.




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