lunedì 12 febbraio 2018

Memoria e Ricordo 2018, 1



Una coincidenza voluta







Tutti i nostri testimoni di quest'anno, sia del giorno della Memoria che di quello del Ricordo, sono istriani, nati in una terra in cui molti abitanti, in meno di 50 anni, hanno cambiato tre  nazionalità: quella asburgica, poi l'italiana e infine quella iugoslava, senza contare i periodi sotto il terzo reich, durante l'occupazione del Litorale Adriatico.  
Non è stato un caso, ma una scelta precisa, finalizzata alla comprensione della complessità di vicende apparentemente slegate ma in realtà unite da un comune denominatore: i nazionalismi e i totalitarismi del secolo breve.

Ma andiamo con ordine.

Il 2 febbraio, davanti ad un pubblico silenzioso, ma attivo, come si è visto alla fine dalle domande, Oleg Mandic ha raccontato ai cittadini di Rubano la sua storia di sopravvissuto ad Auschwitz. Lo stesso aveva fatto la sera precedente con gli studenti e i cittadini di Padova, riuniti al Centro culturale san Gaetano e  in due importanti scuole del territorio:











Oleg Mandic non è di religione ebraica, ma è bene ricordare che la macchina di sterminio ideata dall'imbianchino di Braunau am Inn ha colpito non solo gli ebrei (sei milioni) ma anche i rom, i sinti, gli omosessuali, i testimoni di Geova, i preti cattolici dissidenti, gli avversari politici, i portatori di handicap, la popolazione civile inerme. Agghiaccianti i numeri  raccolti dallo United States Holocaust Memorial:

Oleg Mandic avrebbe potuto essere tra il milione e mezzo calcolato tra i dissidenti politici, in quanto nipote e figlio di resistenti croati.
Circostanze fortuite e la presenza della madre nello stesso campo, ci hanno reso possibile incontrare un Mandic, ancora lucido e combattivo, portatore di una testimonianza dura e crudele, ma mai intrisa di desiderio di vendetta e di odio. Diversi cittadini presenti mi hanno manifestato il loro stato d'animo al termine dell'incontro: era di serenità dopo le nobili parole di Oleg contro l'odio e la sua straordinaria affermazione di avere avuto una vita bella e piena.
Sicuramente ascoltare da pochi metri di distanza un testimone diretto aiuta a comprendere meglio: alla conoscenza della storia attraverso i libri e i documenti si aggiungono le ragioni del cuore, le indefinibili vibrazioni provocate dalla calma, positiva saggezza di Oleg. Ma non basta. In un triste periodo in cui riemergono dalle fogne della storia simboli, ideologie atteggiamenti e soprattutto azioni già viste in un passato non sufficientemente conosciuto e condannato, è necessario porsi qualche domanda e iniziare ad prendere posizioni nette e, se necessario, ad agire:
Ma settantacinque anni fa io mi sarei chiesto come mai scomparivano i miei compagni di scuola? Avrei saputo non girare le spalle al compagno ebreo? Avrei aiutato qualcuno a fuggire? Avrei avuto il coraggio di nasconderlo? Mi sarei rifiutato di essere il macchinista di un treno del binario 21? E se fossi nato tedesco, avrei saputo oppormi alla “bestia umana”?

Facciamolo, altrimenti i nostri figli e i nostri nipoti un giorno ci chiederanno anch'essi:

’ma tu da che parte stavi?” “Da che parte stavi quando sono cominciate a ricomparire le svastiche sui muri?”, “Da che parte stavi quando le teste rasate picchiavano per strada i ragazzi omosessuali?”, “Da che parte stavi quando le croci uncinate sono ricomparse, riempiendole, le nostre piazze?”, “Da che parte stavi quando rabbino era il sinonimo di tirchio e tutti sorridevano?”, “Da che parte stavi quando i miei compagni rom scomparivano dalla classe perché il loro campo era stato sgomberato?”, “Da che parti stavi quando lo zio di Mohamed affogava in mezzo al Mediterraneo?”, “Da che parte stavi quando mal vestiti in centinaia attraversavamo le Alpi per raggiungere la Francia dall’Italia?”, “Papà, ma tu da che parte stavi?”. (Tratto da W. Beccaro).

i chiesto come mai scomparivano i miei compagni di scuola? Avrei saputo non girare le spalle al compagno ebreo? Avrei aiutato qualcuno a fuggire? Avrei avuto il coraggio di nasconderlo? Mi sarei rifiutato di essere il macchinista di un treno del binario 21? E se fossi nato tedesco, avrei saputo oppormi alla “b





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