venerdì 26 dicembre 2014

Giornata della memoria, giorno del ricordo, 2

   





          Cimiteri istriani 








Oggi l'Istria è meta turistica di molti italiani, Veneti in particolare. Pochi però hanno la consapevolezza di quello che questa ventosa terra di frontiera ha rappresentato per l'Italia e il mondo intero alla fine della seconda guerra mondiale. La piazza tutta veneziana di Rovigno, nel mese di agosto sembra una piccola dependance del Veneto, ma non é così: gli spettacoli sono in croato, la lingua ufficiale é il croato, gli sport e le feste sono croate: gli italiani sono a volte ammirati e qualcuno iscrive i figli alle loro scuole, a volte sopportati come portatori di necessaria valuta europea.


Ma in Istria, l'esperienza più illuminante è quella di entrare in un qualsiasi cimitero, non solo perché il luogo, come altri simili, induce alla meditazione sulla caducità delle cose umane, ma anche perché qui le tombe illustrano, meglio di un libro di storia, le travagliate vicende di questa terra. 


In ogni cimitero ci sono tombe abbandonate, per lo più con nomi italiani, ma non solo: sono quelle delle famiglie, fuggite per intero  in Italia o di quelle sterminate nelle foibe.
Ma subito dopo può succedere di trovare una tomba con cognomi italiani e croati mescolati nella stessa famiglia, o cognomi italiani e nomi croati (Antonjio, Marjia) o il contrario cognomi croati e nomi di battesimo italianissimi.





Nel cimitero di Pisino ho trovato la tomba di padre Emanuele Ongaro, nato a Fontanafredda (Padova) e morto in Istria nel 1943, celebrato in italiano e croato. 
Morto per difendere i suoi concittadini dai nazisti? La faccenda meriterebbe un'ulteriore ricerca. 


E se non vi bastasse per convincervi dell'estrema mescolanza che c'è in queste terre e che più ancora doveva esserci prima dell'esodo, andate a passeggiare sui moli di Rovigno: i pescatori che riparano le reti passano insensibilmente dal dialetto istriano (comprensibilissimo) all'oscuro croato, per poi ritornare altrettanto leggermente alla musicalità di una lingua assai simile al triestino.



Poco più oltre, il monumento ai mitici partigiani di Rovigno, ancora una volta nomi italiani e croati mescolati insieme.







  

                                           Il giorno del ricordo a Mestrino

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